Cina: più alberi creano una foresta, futuro condiviso per i Paesi in via di sviluppo

Intervento di Massimiliano Calvo al Convegno di venerdì 29 settembre a Torino organizzato dal Centro Studi Nazionale “Domenico Losurdo”, “Interstampa” e “Cumpanis”, dal titolo “Socialismo con caratteristiche cinesi e ruolo della Cina per un mondo multipolare”

Di Massimiliano Calvo

La Storia ha ripreso a camminare, anzi a correre, smentendo le previsioni e le speranze di coloro che nel 1989 agitavano la bandiera dell’imperialismo e dichiaravano il nascere del pensiero unico che avrebbe scolpito i destini del 21° secolo con i colori e le immagini del drappo a stelle e strisce.

I valori del neoliberismo dovevano, in qualsiasi modo, diventare valori universali, indiscutibili, incontrastabili.

Tutti coloro che avessero tentato di opporvisi, avrebbero dovuto subire le conseguenze della legge del più forte, ovvero soccombere con l’utilizzo di strumenti finanziari ed economici che distruggevano lo stato sociale dei Paesi che li subivano, ponendo nella disperazione milioni di cittadini. O, in alternativa, subire l’aggressione armata degli eserciti, capeggiati dagli USA e dalla NATO, che nella carneficina del deflagrare di migliaia di bombe, “esportavano la democrazia” negli Stati che non si piegavano al loro volere.

Siamo qui questa sera, Interstampa, Centro Studi Domenico Losurdo, Città Futura, Costituente Comunista, per tentare di squarciare la cappa di censura e mistificazione su come la Storia sta scrivendo le pagine del presente, come valutiamo possa svilupparsi nel futuro prossimo, ed in questo contesto sottolineare e rimarcare il ruolo del Paese che più di tutti ha contribuito a fare in modo che il secolo di dominio statunitense fosse solo una falsa predizione, una minaccia da disinnescare ad ogni costo, La Repubblica Popolare Cinese, la CINA.

I pensieri ed i ragionamenti sviluppati in questo intervento sono solo in parte mia elaborazione. Ritengo opportuno cogliere l’occasione per tentare di divulgare i fondamentali del pensiero di Xi Jinping, Presidente in carica della Repubblica Popolare di Cina, che raccoglie i maggiori meriti se viviamo il momento storico decisivo degli ultimi 100 anni, insieme alla Federazione Russa ed al suo Presidente Vladimir Putin.

Senza andare a ricostruire il lungo percorso di lotta, di vittoria, di costruzione della Società Socialista Cinese, dal compagno Mao Tse-tung, il Grande Timoniere e dal Partito Comunista Cinese, che ha festeggiato il centenario della fondazione nel 2021, mi soffermerò sulla fase che, dal 1989, ha visto il momento storico più difficile del movimento comunista internazionale, e forse del PCC, all’attualità che vede invece la Cina soggetto fondamentale per la costruzione di un nuovo ordine mondiale basato sul futuro condiviso, sulla cooperazione, sul concetto di sicurezza globale basato su leggi e regole definite e universali, sul rapporto tra pari tra gli Stati ed i popoli nell’ambito delle relazioni diplomatiche, commerciali e finanziarie.

 Deng Xiaoping

A seguito dei fatti del 1989 e la successiva dissoluzione dell’URSS, determinata da personaggi compiacenti il pensiero unico, Gorbaciov il traditore in primis, la Cina si trovò a dover gestire una fase delicatissima nella fase di sviluppo del consolidamento della società socialista nella repubblica popolare.

La protesta studentesca, finanziata dall’occidente, vedeva il suo apice con i fatti di Tienanmen. Non tornerò sui dettagli di quelle azioni, se non per sottolineare la mistificazione dei media e dei governi occidentali che parlarono di migliaia di morti, di attacchi dell’esercito popolare su studenti inermi, di spietata repressione, mentre la realtà ha sancito che i morti furono circa 200 tra cui molti poliziotti, che l’esercito non mosse un dito contro i manifestanti, che gli scontri non avvennero in piazza Tienanmen ma in zone periferiche e furono organizzati ed attivati da squadre di studenti organizzati, diretti e coordinati da soggetti arrivati dalla Hong Kong britannica che facevano parte di organizzazioni fasciste e neonaziste.

Il 1989, segnava il primo decennio dall’avvio della seconda fase, determinata dalla nuova strategia voluta da Deng Xiaoping, quale rilancio del processo della Rivoluzione Comunista del 1949 in chiusura della prima fase completata dall’opera di Mao Tse-tung, che aveva difeso la Rivoluzione dagli attacchi interni ed esterni e ne aveva consolidato il percorso, liberando la Cina dal secolo delle umiliazioni, facendola uscire da una situazione di arretratezza feudale in tutti i settori della vita sociale, produttiva, economica, nella quale era stata costretta dalla sanguinosa occupazione giapponese e dalle invasioni di tutti i più grandi Stati europei tra il 1839 ed il 1949.

Il decennio 1979/89 aveva permesso al PCC di consolidare il rapporto di fiducia reciproca con il popolo cinese; aveva proseguito, come già indicato da Mao, lo sviluppo della ricerca di continua elaborazione del marxismo leninismo tramite l’Accademia specifica del PCC, di seguito cresciuta nell’Accademia delle Scienze Sociali (CASS istituita nel 1997), affrontando una stagione di aperture a nuovi orizzonti che offrirono nuovo dinamismo alla realtà della Società Socialista Cinese.

Fino al 1992 la Cina continuò nel suo percorso di costruzione di un sistema produttivo che sapesse cogliere da una parte le richieste del popolo mentre dall’altra lavorava per il miglioramento del rapporto tra PCC ed il popolo nella sua globalità e continuava a difendere la Rivoluzione dai tentativi esterni di ingerenza.

 Jang Zemin, Hu Jintao

I due decenni successivi furono, forse, i più delicati per la crescita ed il consolidamento della Rivoluzione Cinese e della Società Socialista Cinese. Furono anni nei quali molti marxisti nel mondo temevano sulle capacità del PCC di mantenere la barra dritta del timone verso il Socialismo. Le pressioni della Globalizzazione liberista sulla Cina aumentavano in diretta proporzione rispetto alle drammatiche sorti che subivano i popoli che si opponevano al dilagare del pensiero unico liberista, con il pretesto “dell’esportazione della democrazia”.

Come dimenticare la prima guerra del golfo, con la spettacolarizzazione televisiva dei bombardamenti sull’Iraq?

Come dimenticare lo sfacelo voluto dall’occidente nella terra di Yugolslavia?

Come dimenticare la distruzione della Serbia in 73 giorni di bombardamenti, le migliaia di vittime, l’Ambasciata Cinese a Belgrado distrutta da armi partite dalle basi sul territorio italiano (in Cina non dimenticano!)?

E poi l’Afganistan nel 2001, di nuovo l’Iraq nel 2003, e poi Libia, Siria e Ucraina 2014…come dimenticare?

Uno studio riporta che se non ci fosse stata “l’esportazione della democrazia” si sarebbero risparmiati oltre 10 milioni di morti, dirette ed indirette…

In quegli anni si succedettero alla guida della Cina Jang Zemin, fino al 2003, e Hu Jintao fino al 2013.

Presidenti che scelsero di sacrificare alcune icone del pensiero marxiano adottando una forte apertura al mercato globale, utilizzando abbondantemente le Zone Economiche Speciali (zone franche) di sviluppo produttivo, autorizzando la nascita della figura del “miliardario” in un sistema che non ne prevedeva l’esistenza. Erano gli anni di crescita a doppia cifra del PIL, di produzione di bassa qualità a basso costo, di competitività sul mercato grazie al prezzo, trattandosi di merci di basso valore aggiunto.

Già, possiamo criticare anche ferocemente la guida della Cina in questi 2 decenni, ma non possiamo negare alcuni aspetti positivi. Evitò la scalata dei soggetti stranieri della globalizzazione nell’economia cinese, vincolando la proprietà di tutte le aziende private al 51% a soggetti cinesi, che rispondessero direttamente alla legislazione cinese, sia come azienda che come individui.

I miliardari cinesi furono assoggettati a vincoli e gettiti tributari tali che permisero allo stato sociale, all’istruzione di continuare a strutturarsi e progredire, garantendo l’accesso al livello universitario anche al figlio dell’ultimo contadino dello Xinjang.

Merito più importante avviarono, il processo di azzeramento della povertà assoluta tra la popolazione cinese, completato nel 2020 dal Presidente Xi Jinping, con lo straordinario risultato di fare uscire oltre 700 milioni di cinesi dalla povertà.

A livello internazionale la Cina fu tra i promotori della nascita dei BRIC(S) nel 2009, che nel 2010 divennero BRICS con l’adesione del Sud Africa, gettando il germoglio della pianta che oggi sta oscurando il G7.

 Xi Jinping

Il 18° Congresso del PCC segnò però la svolta che riportò in rotta la via per la realizzazione del Socialismo in Cina. Venne eletto a Segretario del PCC il compagno Xi Jinping. Studente, lavoratore, contadino, soldato, comunista cresciuto nell’esilio in regioni periferiche del padre, a seguito dei provvedimenti adottati nel periodo della Rivoluzione Culturale, e formato all’interno della struttura del PCC fino a percorrere la crescita politica, per meriti personali, per i risultati ottenuti nella conduzione della struttura provinciale del partito, per l’elaborazione della dottrina marxistaleninsta applicata alla società Socialista cinese, che lo porto alla direzione della provincia di Shangai (2007) ed eletto nel Comitato Centrale del PCC.

Sotto la presidenza di Hu, venne nominato vicepresidente della Repubblica Popolare Cinese nel 2008, ed entrando nel vertice della struttura del partito si rese conto delle lacune di questo.

L’era Xi, com’è stato detto inizia nel novembre 2012 con l’elezione a Segretario Generale del PCC, e fin dai suoi primi atti viene marcata una netta differenza d’azione e di prospettiva del PCC e del governo cinese.

Il pensiero di Xi

Il pensiero e l’azione politica di Xi si sviluppano su 5 direttrici fondamentali, che descrivono pienamente la figura di leader e di statista di livello assoluto. Nell’azione di Xi vengono sempre tenute in massima considerazione le radici antiche del popolo cinese, e le proposte riflettono il grande dinamismo e lo spirito di rivincita che muove il popolo cinese. La grande conoscenza del marxismo leninismo permette poi di elaborare soluzioni che saldano indissolubilmente il percorso per la realizzazione di una Società Socialista compiuta ed il miglioramento costante delle condizioni di vita dei cittadini.

La prima, il benessere del popolo. Non ci dovrà più essere un cinese in condizioni di povertà nella Società Socialista Cinese. Tutti i cittadini potranno ambire ad un miglioramento individuale delle condizioni di vita e di benessere, laddove queste non pregiudichino il benessere collettivo e l’armonia collettiva. Sembra netta l’influenza confuciana ed in parte taoista nel pensiero di Xi.

La seconda, lotta senza quartiere alla corruzione, sia dei funzionari del partito che dei soggetti privati con disponibilità di ricchezza. In questa direzione i risultati sono stati eccezionali. I funzionari del partito sono stati individuati, rimossi, puniti con le pene più severe che il codice penale cinese possa prevedere. In questi 10 anni il PCC ha riconquistato completamente la fiducia dei cittadini. I “miliardari” hanno avuto sorte analoga, perché se c’è un corrotto ci deve essere per forza un corruttore. Con la legge anticorruzione di fine 2012 la parola d’ordine fu: prenderemo sia le mosche che le tigri.

E non c’è stato nessuno sconto. Vi sono diversi esempi di ciò, ma esemplificativo è stata la storia di Jack Ma, proprietario di Alibabà, il contraltare cinese di Amazon. Negli anni 2017/18 vi furono alcune preoccupazioni per lo strano agitarsi di figure privilegiate nella società cinese, ovvero ad alcuni era venuto in mente che il sistema socialista cinese, e soprattutto la figura del Presidente Xi, non fossero più sovrapponibili alle loro esigenze di privilegiati, in quanto la lotta alla corruzione stava togliendo loro ambiti di controllo e possibile manipolazione. Il Presidente Xi propose una riforma costituzionale che venne approvata dall’assemblea nazionale del popolo, che prevedeva la caduta del limite di mandato del Presidente. Con il 20° Congresso fu ben chiaro da che parte stava il Partito Comunista ed il governo cinese. Il Presidente Xi fu confermato senza nessun fraintendimento.

Jack Ma è sano e vegeto, il percorso di rieducazione ai valori del Socialismo cinese ha dato i suoi frutti.

La terza, il Socialismo con caratteristiche cinesi.

Tra il popolo cinese ed il PCC sembra essersi sviluppato un patto che si consolida mano a mano che la Presidenza Xi sviluppa il progetto cinese per la realizzazione del Socialismo.

Xi è stato ben chiaro, è ancora lontano il tempo nel quale potremo dichiarare di vivere in una Società Socialista Compiuta, in tutte le sue caratteristiche, perchè molti sono ancora i fattori di rischio sia interni che, soprattutto, esterni. Nel percorso di realizzazione Xi ha cambiato il focus dei parametri da tenere monitorati per il raggiungimento dello scopo. Il PIL è diventato solo più uno strumento di verifica, non è più il perno del ragionamento. Il cittadino cinese, la qualità della vita dei cittadini cinesi è diventata il parametro principale.

Per chi è distante dalla realtà cinese, ed acquisisce le informazioni in modo esclusivo dai media del mainstream, è lecito pensare che in Cina ci sia una dittatura, che Xi è un dittatore, che la democrazia è una nostra esclusiva e che il nostro sia il posto migliore dove vivere. D’altronde decenni di lavaggio del cervello dovranno pur aver ottenuto dei risultati! Altrimenti perché farlo?

La realtà cinese, però, è un po’ differente da come la descrivono.

Sgombriamo il campo da equivoci, in Cina lo Stato è gestito dal PCC, che ne decide le modalità di governo sulle materie definite di interesse strategico. Le leggi passano per approvazione all’Assemblea Nazionale del Popolo che è formata complessivamente da 9 formazioni politiche oltre al PCC. I rappresentanti sono eletti dal popolo ogni 5 anni.

Vi è poi un livello intermedio 22 provincialità, 4 municipalità, 5 regioni autonome, e 2 aree a statuto speciale (Hong Kong e Macao). Il livello base è strutturato sulle assemblee comunali o di quartiere. Tutte elette direttamente dai cittadini in elezioni amministrative.

Nell’applicazione delle direttive nazionali troviamo anche importanti differenze, perché le indicazioni che giungono dai livelli base di rappresentanza sono tenute in grande considerazione dai legislatori ed il ruolo del PCC, e dei suoi funzionari locali, è quello di garantire che le istanze delle varie assemblee vengano portate alle istanze superiori per come vengono determinate nei luoghi di base di discussione e di decisione. Queste modalità operative stanno consolidando il rapporto tra i cittadini di tutte le realtà geografiche ed etniche presenti sul vasto territorio cinese, il governo centrale ed il PCC, quale suo tramite.

La quarta, BRI la svolta epocale del Presidente Xi. La politica estera, per mezzo della Belt and Road Iniziative (la Nuova Via Della Seta). Consolidamento ed espansione dei BRICS. L’obiettivo di un Mondo Multipolare.

Su questo punto non mi soffermo oltre, se non nello specifico della BRI.

La BRI è stato il punto di svolta della relazione politiche con l’estero, economiche, commerciali, è stata la proposta di un nuovo modello di vita, di relazioni tra Stati, tra governi, tra popoli. È stata la proposta di raggiungimento di obiettivi comuni, condivisi, vincenti per tutti i soggetti coinvolti (Win-Win). È stata la possibilità di rompere gli schemi del Mercato e tramite rapporti diretti poter far operare soggetti economici ai quali veniva impedita l’attività. Nel 2020 la BRI valeva circa 4000 miliardi di dollari, di cui quasi 2000 nell’ambito dei trasporti. Nonostante il Covid e la crisi attuale a livello globale si parla di crescita esponenziale dei volumi e delle opere. L’ultima opera in ordine di tempo che sta prendendo piede è ciclopica. Si tratta della ferrovia dei 2 Oceani che si svilupperà dal porto di Chimay a nord di Lima in Perù, proseguirà per le regioni della Bolivia ricchissime di Litio e completerà il percorso nel sud del Brasile, Paranaguà, per poi aprire una via marittima di collegamento diretta con il Sud Africa.

Questo è collegare il Sud del Mondo, questo è liberare le rotte ed i percorsi commerciali dal controllo e dalla gestione del sistema Angloamericano ed imperialista in genere.

2 fattori sono da tenere sotto stretta osservazione, oltre il 90% dei volumi d’affari sviluppati sono gestiti direttamente dai soggetti esclusi dalla competizione di Mercato, ovvero grandi e grandissime Società Statali Cinesi direttamente sotto il controllo del PCC (solo meno del 10% è lasciato in mano a realtà private cinesi, proprio a causa dei vincoli dettati da FMI; WTO e Banca Mondiale). L’altro fattore è che la BRI è uno strumento di grande opportunità strategica perché moltiplica il Soft Power che la Cina si è già conquistata con il Sud del Mondo e con gli altri paesi in via di sviluppo. Da quando ha ribaltato i destini della Globalizzazione, togliendo di fatto di mano il timone alle grandi Corporations americane e soprattutto ai nuovi nemici di sistema, ovvero quelle grandi strutture finanziarie che sono cresciute con la globalizzazione liberista, che sono inserite come parassiti nei consigli di amministrazione di tutte le Corporations e delle aziende strategiche di tutti i paesi dell’Occidente Liberista, che tramite le loro quote ne controllano le scelte strategiche, che hanno immense disponibilità di liquidità per manipolare qualsiasi elezione democratica in qualunque Paese. Vanguard e Black Rock sono i nomi più in vista, con quest’ultima che nel 2019 aveva disponibilità finanziarie in liquidità pari a circa 7000 miliardi di dollari, più del PIL annuale della Germania, e che dall’insediamento di Biden alla Casa Bianca ha inserito 3 uomini direttamente nell’organigramma di Pentagono e Casa Bianca.

E mentre il porto del Pireo gestito da una Società Statale Cinese nell’ambito della BRI è passato a raddoppiare il numero di passeggeri ed aumentare il fatturato del 26% nel solo ultimo anno, ed il Presidente Xi, parlando dei rapporti con la Grecia, dichiara: “Lasciamo che la saggezza delle antiche civiltà plasmi il futuro”, il nostro presidente del consiglio, su ordine degli USA, abbandona il memorandum firmato nel 2019 tra Italia e Cina, distruggendo le prospettive di rilancio infrastrutturale del nostro Paese per i prossimi decenni.

La quinta, la Realizzazione di una Società Socialista Compiuta.

Come già anticipato, il percorso per la realizzazione del Socialismo in Cina è in divenire.

Il Presidente Xi ha lodato in termini inequivocabili il successo del Grande Timoniere prima e di Deng poi, e si è assunto la responsabilità di condurre il PCC a completare il percorso iniziato nel 1949 con la vittoria della Rivoluzione Comunista guidata da Mao.

Xi ha fissato le date dei passaggi fondamentali, sin dal suo insediamento nel Novembre 2012: entro il decennio successivo si doveva sconfiggere totalmente la povertà assoluta in tutto il Paese, con il raggiungimento di un livello Moderatamente Prospero della Società Socialista cinese. Risultato certificato dalla relazione di Xi al XX° Congresso del PCC della fine del 2022.

In quella relazione venivano posti nuovi obiettivi da raggiungere, sempre con l’utilizzo di programmazioni quinquennali che gli economisti occidentali faticano a definire “Piani quinquennali” ma che in realtà lo sono. Forse hanno timore di risvegliare le coscienze di milioni di Comunisti italiani ed europei, oggi narcotizzati dalla narrazione del pensiero unico liberista: entro il 2035 raggiungimento di una Società Socialista Matura, con il superamento e l’archiviazione, anche forzata, di tutte le anomalie, oggi ancora ritenute necessarie per concretizzare l’obiettivo (I miliardari cinesi se con l’avvento di Xi hanno iniziato a tremare, da domani saranno terrorizzati).

Il 2049 sarà l’ultimo obiettivo. Il raggiungimento della realizzazione della Società Socialista Compiuta in Cina, simbolica la data, il centenario della vittoria della Rivoluzione Comunista di Mao. Scadenza fatta coincidere, non a caso, con il completamento della BRI. Il completamento della Nuova Via della Seta implica di per sé alcuni fattori oggettivi, la sconfitta dell’imperialismo e la riduzione a fenomeno marginale, residuale, del sistema capitalista a livello globale.

Conclusioni

Tutti questi progetti, a noi occidentali, sembrano la compilazione del libro dei desideri e non un percorso studiato da raggiungere collettivamente e globalmente. La Storia della Cina invece ci insegna altro. Ci insegna ad avere pazienza, ad imparare a subire, ad incassare i colpi più duri che il nemico ci potrà mai assestare, ma ci insegna anche che cos’è la perseveranza, la progettazione, la rivincita.

Unica Cina

Erano decenni che Taiwan non era più all’apice delle cronache. Vero, ma solo per noi Occidentali. Non per i Cinesi. La Cina, la patria cinese è composta da 23 province, e Taiwan è la 23° provincia e la Cina opererà fino a che l’isola ritorni sotto il controllo diretto del governo cinese, fino a che non ritornerà a casa, come dicono loro, come ancora solo la settimana scorsa alla fine del discorso di Xi all’apertura dei Giochi Asiatici di Hangzhou, al passaggio della delegazione di Taiwan il pubblico applaudiva i fratelli cinesi di Taiwan con il coro di richiesta di ritorno a casa, dalla madre patria.

Oggi Cina e Russia formano l’architrave su cui poggia la costruzione del futuro nuovo ordine mondiale, sul quale i paesi del Sud del mondo ed i Paesi in via di sviluppo prendono slancio per rivendicare la loro autonomia dai Paesi che li hanno colonizzati e depredati per centinaia di anni e per emanciparsi dal giogo che l’imperialismo imponeva al loro futuro. L’America del Sud si sta sollevando, l’Africa si sta liberando, l’Asia segue senza indugi la Cina nella BRI. È ora che anche l’Europa si emancipi dal controllo statunitense e l’Italia riconquisti il ruolo strategico di collegamento tra Europa, Africa ed Asia, in totale autonomia dalle sovrastrutture che oggi ci controllano.

È opinione diffusa, tra noi, che ci si debba attivare con immediatezza. Il Sistema su cui si basa la Società italiana sta per crollare, pezzo per pezzo, per autodistruzione. Ieri in fabbrica abbiamo firmato i documenti per l’eventuale attivazione degli ammortizzatori sociali, cassa integrazione in questo caso. Sono decine le strutture produttive, più o meno grandi, che sono alla canna del gas. La deflagrazione del sistema travolgerà i soggetti più deboli, anche i pensionati non saranno al riparo.

È necessario muovere le nostre azioni in direzioni ampie, portando avanti contemporaneamente un percorso Progressivo ed un percorso Rivoluzionario.

Non li ritengo assolutamente in contraddizione. Da un lato abbiamo la responsabilità di costruire un Forum Permanente per un Italia dal Futuro Condiviso, capace di mettere insieme le migliori intelligenze per una proposta di cambio di sistema rivolta al Mondo Multipolare, agli oltre 6 miliardi di persone che esso raccoglie.

Non interessano cartelli elettorali per cercare di superare qualche sbarramento per entrare in modo marginale in strutture istituzionali che non rappresentano più nessuno. Parlo di attivare un percorso che realmente ci porti a prendere il potere.

Sarà sicuramente un passaggio osteggiato da tutto il sistema politico liberista, dai poteri economici e finanziari, dal sistema mediatico arruolato dai burattinai dell’imperialismo. Correremo rischi, che più cresceranno se accumuleremo consenso e partecipazione, ma avremo anche raggiunto l’obiettivo di rompere la campana di vetro nella quale sono stati isolati i cittadini e parleremo loro di Futuro condiviso, di Benessere Collettivo e Realizzazione Individuale, di Armonia e Cooperazione tra popoli, di Sicurezza basata su regole condivise. Parleremo, insomma, di Mondo Multipolare.

E parleremo di Socialismo al popolo. Lo faremo con una voce forte, unita, coesa, determinata, ma ad una condizione, che ogni Comunista italiano faccia un passo indietro per farne molti avanti.

Perché senza Comunisti qualsiasi progetto di trasformazione della società sarà perdente. Abbiamo noi comunisti la responsabilità di attivare il percorso rivoluzionario. Tutti coloro che si identificano in questa prospettiva hanno l’opportunità di vivere la Storia, ma che sia ben chiaro, la Cina sarà il riferimento ideologico del percorso, il pensiero di Xi sarà insieme a Marx e Lenin il punto di riferimento per l’elaborazione della Teoria, e tutti gli attori del Mondo Multipolare, Russia in testa, saranno alleati per il rovesciamento dell’imperialismo USA NATO e delle sovrastrutture finanziarie che li controllano.